Libro molto bello sulla sociologia della conoscenza. Propone un approccio molto interessante all’intelligenza artificiale e ai modelli matematici.
Però mi preoccupa. Non è il primo libro bello che ignora un sacco di cose che sono successe.
La legge di Moore sulla potenza di calcolo è in discussione da diversi anni ormai, non si può scrivere in un libro nuovo che è ancora certamente vera.
Non ci sono i numeri di Peano, il fatto che si possano costruire i numeri con lo zero e il successore non può essere ignorato, se parli di come pensiamo ai numeri. E’ chiaro che è culturale e non innato nei bambini ma sono più di cent’anni che i numeri sono fatti così in matematica e se non lo dici secondo me sbagli.
L’unico epistemologo citato è Kuhn, bene ma non benissimo, individuare i salti di paradigma è stato fondamentale ma altri poi hanno chiarito meglio che non è mai successo veramente così.
Più di tutto, a me inquieta che l’autore pare (non lo dice, eh? Sono io che lo sospetto) sostenitore della “nuova matematica”, quando, influenzati dal successo dello strutturalismo di Bourbaki , i geni della didattica hanno rovesciato quanto fatto veramente dagli uomini, hanno messo prima l’organizzazione dei risultati (logica) e poi la scoperta (analisi) e hanno fatto un disastro. Però dai, il libro è bello e val la pena leggerlo.
04/11/2023
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